Infanzia e adolescenza

La mia infanzia l’ho passata a San Vito dei Normanni, un paesino in provincia di Brindisi situato a pochi chilometri dalla più famosa “città bianca” di Ostuni. Il liceo scientifico l’ho fatto a Brindisi, presso l’istituto Enrico Fermi, dove mi sono maturato nei primi anni novanta con il massimo dei voti. Ho iniziato a giocare a pallavolo all’età di 14 anni nella squadra del paese, squadra in cui ho militato fino a quando sono entrato in Accademia Navale, all’età di 19 anni (ci ho fatto le categorie giovanili e via via che crescevamo, prima divisione, serie D fino alla serie B2 l’ultimo anno).

Accademia Navale

Dal 1993 al 1997, superando un concorso a cui partecipavano circa 3000 persone, ho “frequentato” l’Accademia Navale di Livorno, dove mi sono formato per diventare un ufficiale della Marina Militare Italiana.

Corpi tecnici in prima classe, capocorso del Genio Navale in seconda e terza classe, secondo del corso in quarta classe e nella graduatoria di uscita.

E’ stata senza dubbio una delle esperienze più importanti e belle della mia vita.

Il primo anno sicuramente è stato il più duro ma è anche stato concluso dalla crociera più bella: quella sull’Amerigo Vespucci. Gli anni successivi sono stato imbarcato su nave S.Giusto, sulla barca a vela “Stella Polare” e sul sommergibile “Di Cossato”.

Sono rimasto un ufficiale della Marina Militare per circa 9 anni, poi ho deciso di dare le dimissioni e di tornare alla vita civile diventando un imprenditore, prendo una software house, Navynet 😉 che resterà aperta per circa 14 anni. I motivi per aver mollato così presto, nonostante le possibilità di carriera che la graduatoria mi prospettava, sono molti ed è difficile riassumerli in poche parole. La Marina Militare è, per forza di cose un “mastodonte” e non si piega facilmente (o non si piega affatto) alle esigenze dei singoli. In più di una occasione ho avuto dimostrazione che, nonostante tutto, in quella Organizzazione io fossi solo un piccolo ingranaggio senza troppe possibilità di fare la differenza. Ho preferito quindi tornare ad essere l’artefice del mio destino.

Università

Nel 1997, concluso il periodo in Accademia, gli ufficiali vengono iscritti al quarto anno dell’università per completare il proprio percorso formativo e affrontare gli esami mancanti al conseguimento della tesi (a causa della presenza di numerosi esami interni non riconosciuti dall’università, quattro anni di esami in Accademia corrispondono a poco più di tre anni di esami universitari). Per noi del Genio Navale, ovviamente, la laurea è in Ingegneria Navale e le uniche sedi disponibili sono Trieste, Genova e Napoli. Ho scelto (e per fortuna, questa volta, sono stato accontentato) Trieste, una città di confine senz’altro magica e affascinante. Ho trascorso degli anni bellissimi diviso tra studi, escursioni, mare, pallavolo e amici. Non si possono non menzionare i mitici Davide e Giorgio, Raffaella, Lara, Marina con cui ho condiviso la maggior parte del tempo passato lì, la mia (ex) fidanzata veneziana (Raffaella anche lei) e i compagni di corso Fabio, Vas, Sgamino e gli altri. L’avventura non si è conclusa nel 2000 come avrebbe voluto la marina militare. Ho rimandato infatti il momento della laurea perché nel frattempo avevo maturato l’idea di abbandonare la pur promettente carriera militare per costruire qualcosa di mio, che mi piacesse e mi stimolasse professionalmente. E così, grazie anche all’incontro con il mio futuro socio Massimo (anche lui ex-ufficiale di marina) che è nata l’idea di fondare una piccola software house: Navynet SRL. La laurea è arrivata qualche anno dopo, precisamente nel 2004, con la votazione di 110 su 110, grazie anche ad una tesi sperimentale sulla realizzazione di una piattaforma semovente in grado di addestrare i nostri piloti di elicotteri ad atterrare sui ponti di volo delle navi.